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A rischio fallimento 3800 imprese siciliane
Postato il di edilweb
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Anonymous Scrive "Il CREDA  vuole con il presente comunicato portare alla giusta attenzione di tutti la sconcertante approvazione del  Decreto di riforma del settore dei lavori Pubblici in Sicilia. Il Decreto, proposto dall'Assessore Luigi Gentile e condiviso dalla Giunta Regionale è uno dei provvedimenti più dannosi che potevano essere introdotti e causerà il collasso dell'intera economia siciliana. Decidere di introdurre in Sicilia lo stesso sistema di aggiudicazione delle gare d'appalto vigente nel resto del territorio nazionale significa voler condannare migliaia di imprese al fallimento e soprattutto è la palese dimostrazione che chi  governa la Sicilia, dopo anni di dibattito, non ha ancora capito come funziona realmente il comparto. Per meglio chiarire la nostra rabbia e la nostra delusione vogliamo argomentare le affermazioni di cui sopra riportando di seguito le giuste argomentazioni.

Innanzitutto teniamo a ricordare che, nonostante la storia sia maestra di vita, l’aggiudicazione degli appalti ad asta libera, vigente in Sicilia dal 2002 al 2005, ha fallito miseramente l’obiettivo per il quale era stata emanata. Infatti in quegli anni si assistette ad un crollo dell’economia siciliana nel settore dei lavori pubblici, di cui ancora oggi stiamo pagando le conseguenze. Per la precisione, teniamo a ricordare allo smemorato assessore Gentile, che tutti gli scandali di questi ultimi due anni riguardanti le strutture costruite con cemento depotenziato e ferro non conforme alla normativa vigente sulle costruzioni, sono stati conseguenza chiara e lampante di tutte quelle aggiudicazioni di gare d’appalto col sistema ad asta libera, ossia espletate tra il 2002 e il 2005. Allora ci chiediamo: perché rintrodurre nuovamente un sistema che ha già fallito e che altro non ha fatto di incrementare l’illegalità nella nostra isola? Anche sul concetto di legalità, diventato ormai il life motive di tutti i politici che occupano le poltrone del parlamento siciliano, vorremmo spendere due paroline. Risulta palese anche ai più sprovveduti, infatti, che il sistema di aggiudicazione ad asta libera spingerà i ribassi alle stelle, anche oltre il 40%. Questo significa che gli imprenditori edili per portare a compimento un lavoro dovranno limare sulle spese e sui costi da sostenere durante la realizzazione dell’opera stessa. Che vuol dire tutto ciò? Niente di più chiaro: CEMENTO DEPOTENZIATO, FERRO IMPORTATO DAI PAESI DELL’EST, IRREGOLARITA’ CONTRIBUTIVA DEGLI OPERAI EDILI, MAGHEGGI SUI S.A.L., sono solamente una piccola parte di quello che si tornerebbe a vedere se si tornasse nuovamente ad un sistema di aggiudicazione del genere.

Questo sistema aiuterà solo chi opera secondo logiche di malaffare e che solo per questa ragione potrà aggiudicarsi i lavori con percentuali di ribasso oltre il 40%. Invitiamo l'Assessore Gentile e tutta la Giunta Regionale a dare un'occhiata ai risultati che ha prodotto questo sistema nel resto del paese (   risoluzione anticipata dei contratti, collasso economico delle aziende e perdita di miglia di posti di lavoro, lavori eseguiti con materiali scadenti) prima di parlare di rivoluzione positiva sia in termini economici che di legalità. 

Inoltre è recentissima la notizia che il Presidente della regione Veneto sta portando avanti una battaglia per favorire le imprese locali per le aggiudicazioni al di sopra di un determinato importo. Allora un’altra domanda è d’uopo: dove è finito il nostro Statuto Speciale? Perché i politici lo sventolano solo in occasione di campagne elettorali e solo quando fa più comodo a loro, per crearsi ad esempio, delle leggi ad personam?

Porteremo avanti una battaglia serrata contro questo Decreto  per tutelare le nostre aziende e i nostri operai certi e consapevoli che l'arma del voto democratico in nostro possesso sarà puntualmente utilizzata alla prossima tornata elettorale per bocciare sonoramente questo Governo Regionale e il suo Assessore Luigi Gentile che per l'ennesima volta hanno tradito il patto con gli elettori siciliani e li stanno condannando ad una definitiva condizione di sottosviluppo.

Ci chiediamo, infine,  se l’ANCE e ANIEM, in questa “vendita delle nostre teste”  da parte di questo governo, vorrebbe insieme a noi, prima della votazione dell’aula, organizzare un’assemblea aperta dove  invitare tutti i colleghi e tutti gli organi di stampa per far sapere a tutti i siciliani quello che gli imprenditori edili rivendicano legittimamente. Questo per dimostrare a tutti che nessuna associazione di categoria è compiacente con l’operato disastroso di questo governo regionale.





Il presidente
Geom. Antonio Bonifacio
"
 
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