Vista panoramica da nord dell’abitato di Castelvenere.
Seguo in maniera puntuale e appassionata le ultime vicende urbanistiche di Castelvenere, in provincia di Benevento, poichè ho avuto la piacevole possibilità di analizzare la sua struttura urbanistica e alcune sue problematiche particolari.
L'ultimo articolo letto dalla stampa locale sull'inizio dei lavori del Piano Integrato mi porta a fare delle considerazioni che non hanno alcuna pretesa che non sia quella, peraltro legittima e, dovrei aggiungere doverosa, di esprimere il mio parere avendo avuto la fortunata occasione di affrontare l'argomento con validi e riconosciuti "addetti ai lavori".
Castelvenere (BN)
Il Piano Integrato di Castelvenere è un mega-progetto che unisce in un solo vincolo fondi di investimento pubblico e privato al fine di garantire il recupero e la riqualificazione urbanistica del centro storico del comune della Valle Telesina che, con il suo cuore antico edificato attorno alle cantine tufacee, si appresta a cambiare look, come conferma l'architetto responsabile Vincenzo Alberto Plenzick in una intervista riportata nell'articolo pubblicato su "Il Mattino" del 21/10/2005:
«Tra gli interventi che attendiamo con maggiore entusiasmo, spiccano la ricostruzione in chiave moderna del vecchio campanile di via Roma e la sistemazione di piazza Libertà, dove la pavimentazione recherà il disegno proprio dell'antica chiesa demolita. Verrà pavimentata anche la scarpata San Barbato, posta dietro la parrocchia San Nicola, mentre piazza San Barbato e la sottostante area dell'ex macello saranno messe in diretta comunicazione tramite una funicolare».
L'area ex macello è situata in un frammento importante del territorio di Castelvenere, non compreso nel piano che, con costruzioni malandate, “grava” sul contesto urbano creando degrado e che va ripensato per rilanciare lo sviluppo del paese.
Aerofotogrammetria dell'area ex-mattatoio comunale
L'ascensore urbano, previsto nel Piano Integrato, che collega l'area dell'ex mattatoio comunale con il centro del paese è l'occasione per sviluppare e rifunzionalizzare quest'area che riveste urbanisticamente un ruolo importante come porta di accesso da Nord–Est.
Porta di accesso da nord-est
Per collegare verticalmente l’area con piazza S.Barbato e colmare il dislivello di circa 23 metri sarà necessario utilizzare un sistema ettometrico, cioè un sistema di trasporto a breve raggio, a guida totalmente automatica, particolarmente adatto a realizzare collegamenti urbani in città dal profilo orografico complesso o in centri storici caratterizzati da particolari condizioni di mobilità.
La riflessione sugli interventi più significativi contemplati dal Piano Integrato mi spinge a dare il seguente parere in merito:
il progetto si confronta con il paesaggio, prende forma integrandosi all’ambiente, utilizzando forme, materiali e prassi che gli appartengono. Eppure non si tratta di un progetto mimetico che emula con nostalgia ciò che è stato. Si tratta semmai di un progetto che prende corpo accettando le contraddizioni insanabili nel rapporto idee soggettive e costrizioni oggettive, analisi e progetto, utilizzando alcuni frammenti di storia del territorio, riconoscendo i valori che devono essere ripresi e quelli che per la condizione attuale del nostro tempo devono essere modificati, re-inventati o talvolta abbandonati.
Infine voglio segnalare un appuntamento importante: «A dicembre - dichiara Plenzick a "Il Mattino" - sarà organizzata una mostra-convegno con esposizione di tutti i progetti realizzati». |