Per l´esperimento sono state usate diverse componenti tra loro integrate. Il primo elemento è il sistema di perforazione assieme allo "scalpello" impiegato per la perforazione, uno strumento lungo circa due metri che rappresenta la fonte stessa di onde acustiche/elastiche (sismiche) le quali, propagandosi nel sottosuolo, producono segnali diretti e riflessi. Bersaglio dello scalpello è stato il simulante della regolite: una polvere finissima alloggiata in un contenitore da circa due tonnellate al cui interno sono stati collocati "ostacoli rocciosi" al fine di simulare variazioni impreviste nel sottosuolo lunare. La trivellazione è stata guidata con un sistema elettronico che controlla le condizioni istantanee di perforazione.
Per rilevare le onde sismiche sono stati impiegati geofoni e accelerometri opportunamente disposti nel contenitore, che hanno ricevuto il segnale generato dalla trivellazione, e un sistema di elaborazione che prepara il dato sismico per la tempestiva trasmissione sulla Terra. A tal fine, è stato usato un sistema che simula il controllo e la trasmissione remota dei dati dell´operazione lunare fin sulla Terra. "Lo studio delle caratteristiche del suolo lunare - ha sottolineato Piero Corubolo, ricercatore OGS che si occupa dello studio della geologia lunare - sta riscuotendo un crescente interesse.
Si calcola che la superficie della Luna sia ricoperta da uno strato variabile di circa 2-10 mt di regolite, che deriva da impatti cosmici con micro-meteoriti, e che sembra essere ricca in elio-3 (He3). L´elio-3 potrebbe costituire, in un futuro non vicinissimo, il carburante per i futuri reattori a fusione, che si spera prima o poi verranno realizzati".
"Abbiamo sviluppato la nostra tecnologia in cooperazione con l´industria petrolifera e il finanziamento di progetti europei, iniziando più di venti anni orsono" conclude Poletto. "Da allora, sulla Terra, abbiamo monitorato con misure di sismica while drilling circa 40 pozzi a scopo di ricerca e per fini industriali (individuazione di idrocarburi, studi di geotermia). Ora la stiamo sperimentando per le perforazioni planetarie, in questo caso sulla Luna. E i primi risultati sono senz´altro incoraggianti".
Fonte: OGS
http://www.ogs.trieste.it/