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Avanti con il Mose a Venezia...
Postato il di edilweb Roma, 10 nov (Velino) - Il governo dice no ai progetti alternativi al Mose, il sistema idraulico che dovrebbe difendere Venezia dall’acqua alta. Lo decisione arriva dal Consiglio dei ministri che oggi ha approvato, a maggioranza, la relazione del ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. Un testo nel quale si definiscono “non soddisfacenti” le ipotesi alternative all’opera idraulica. Ma anche un segnale importante dal punto di vista politico dato che il via libera alla relazione ha evidenziato una spaccatura interna all’esecutivo con 20 ministri a favore, tre contrari – e cioè Alfonso Pecoraro Scanio, Paolo Ferrero e Fabio Mussi – e due astenuti, Alessandro Bianchi e Cesare Damiano. Ora il governo esprimerà questa posizione nella riunione del “Comitatone”, che dovrebbe tenersi nelle prossime settimane. Una posizione che farà storcere la bocca al sindaco Massimo Cacciari che aveva chiesto a più riprese un approfondimento e un’analisi su tutte le possibili soluzioni alternative alla barriera contro l’alta marea. L’ultimo atto un paio di settimane fa quando, proprio alla presidenza del Consiglio, si riunì il primo tavolo tecnico chiesto dal comune veneto. Un incontro che lo stesso primo cittadino della Laguna non esitò a commentare positivamente, vista l’esigenza di aprire un confronto necessario a “stabilire una scala di priorità dei problemi da dibattere”. E durante il quale lo stesso governo chiese al comune veneto l'invio di ulteriori documentazioni per decidere in via definitiva sul progetto.
La decisione dell’esecutivo arriva dunque a conclusione di un lungo iter. Un periodo durato circa tre mesi durante il quale, sottolinea il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Enrico Letta, “sono state espresse tutte le valutazioni tecniche da parte di tutti i soggetti interessati” a alla luce della quale il governo non ha potuto che “considerare non soddisfacenti” le altre opzioni messe in campo. Secondo l’ex magistrato di “Mani pulite” infatti “non sono emersi elementi nuovi tali da richiedere la modifica delle opere del sistema Mose, né d'altra parte è accettabile un'interruzione anche se breve delle attività in corso per eventuali approfondimenti”. L’opera dunque va avanti. Spiega ancora la relazione: “Si rivela l'importanza di completare tutte le attività di cui al Piano generale degli interventi per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna compresi la morfologia e il disinquinamento della laguna e del bacino in essa scolante. Attività che “resteranno incomplete se i Comuni locali non potranno ultimare i loro piani di intervento per il risanamento e il recupero dei centri storici lagunari e lo sviluppo socio-economico dell'area”. Per garantire il futuro della Laguna, Letta ha ricordato inoltre lo stanziamento all’interno della Finanziaria 2007 di 90 milioni di euro, che non riguarderà solo il Mose, ma tutti gli interventi per la salvaguardia di Venezia.
Caustico il commento di Ferrero: “Il mio voto contrario ribadisce l'opposizione di Rifondazione a questo progetto. Il Prc è stato sempre contrario per i suoi costi elevatissimi, per l'impatto ambientale dell'opera e per il non coinvolgimento delle popolazioni locali nel progetto”. Esprime solidarietà al collega di partito, il presidente della commissione ambiente al Senato, Tommaso Sodano: “Il ministro Ferrero ha fatto benissimo a non votare a favore del Mose. Qualsiasi cosa dica il ministro Di Pietro, non è vero che i progetti alternativi sono stati presi in considerazione. Al Mose ci sono obiezioni tecniche di architetti e urbanisti che hanno avvertito del pericolo che esso comporterebbe per il sistema laguna. La città di Venezia è contraria e lo sono tutti gli ambientalisti seri. Perchè il governo dell'Unione deve reiterare il livello di approssimazione megalomane che era propria del precedente governo?”. Tra le soluzioni scartate rientrano quelle della paratoie a gravità che prevedono la chiusura delle bocche di porto con ventole inclinate verso il mare; e la “Doge”, che prevede dighe sommerse in gomma appoggiate sul fondale, o quelle realizzate a Rotterdam con paratoie circolari e rotazione verticale.
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 Roma, 10 nov (Velino) - Il governo dice no ai progetti alternativi al Mose, il sistema idraulico che dovrebbe difendere Venezia dall’acqua alta. Lo decisione arriva dal Consiglio dei ministri che oggi ha approvato, a maggioranza, la relazione del ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro.

fonte: ilveino.it

 
 
 
 
 
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