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PUNTA PERROTTI. DEMOLITO I 2/3 DELL'EDIFICIO.
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Il primo «blocco» di Punta Perotti, è stato abbattuto. È crollato alle 10,31 e la sua fine è stata «immortalata» da centinaia di foto e filmati, trasmissioni in diretta TV e «streaming video» in tempo reale in internet sul sito www.puntaperottivagiu.com . Sono bastati 5 secondi per spazzare via l'ecomostro. L'imponente costruzione realizzata con circa 300.000 metri cubi di cemento, si è ridotta sotto l'effetto di 350 chilogrammi di tritolo e 150 detonatori, ad un enorme cumulo di detriti (35000 mc).

fonte: La stampa

Il primo «blocco» di Punta Perotti, è stato abbattuto. È crollato alle 10,31 e la sua fine è stata «immortalata» da centinaia di foto e filmati, trasmissioni in diretta TV e «streaming video» in tempo reale in internet sul sito www.puntaperottivagiu.com . Sono bastati 5 secondi per spazzare via l'ecomostro. L'imponente costruzione realizzata con circa 300.000 metri cubi di cemento, si è ridotta sotto l'effetto di 350 chilogrammi di tritolo e 150 detonatori, ad un enorme cumulo di detriti (35000 mc).

Tutto è andato come previsto dai tecnici della «General Smontaggi», e la demolizione è avvenuta come da manuale. Sul lungomare di Bari la «saracinesca», come era stato definito il complesso di «Punta Perotti», ha una nuova sagoma, temporanea, in vista del totale abbattimento del cosiddetto «ecomostro» previsto per la fine del mese.

Fino all'ultimo momento - ieri l'ultimo ricorso della Matarrese Spa è stato respinto nella tarda mattinata - in tanti si chiedevano se realmente ci sarebbe stata la demolizione. Ancora preoccupato, invece, l'ex casellante Giuseppe Magrone, che ha dovuto lasciare la sua abitazione proprio alle spalle del cantiere di «Punta Perotti», risiede da 34 anni, e che teme che la demolizione possa lesionare la sua casa, «schermata» nei giorni scorsi dai tecnici per evitare che il «botto» provochi danni all'abitazione, un ex-casello ferroviario.

La storia di Punta Perotti, alla periferia sud di Bari, proprio di fronte alla spiaggia di «Pane e Pomodoro», risale alla fine degli anni ottanta con i piani di lottizzazione presentati dalle imprese Andidero, Matarrese e Quistelli per la realizzazione del complesso immobiliare che guarda verso il mare e che gode anche del paesaggio della città.

Il Comune approva il progetto nei primi anni novanta enel '95 rilascia le concessioni edilizie.

Nel '97 incomincia la lunga battaglia legale con il blocco dei lavori per la costruzione di 300 appartamenti in tre palazzi, due edificati dalla Matarrese ed uno dalla Quistelli, che dopo sentenze e ricorsi in Cassazione si conclude solo nel 2001 con l'assoluzione degli imprenditori ma con la confisca dei suoli e degli immobili in quanto ritenuti abusivi (sono stati realizzati a poche decine di metri dalla battigia) e attribuiti al patrimonio del Comune di Bari che ha deciso l'abbattimento.

Dopo le decisioni definitive da parte della magistratura incomincia un'altra battaglia legale proseguita sino alle ultime ore prima dell'abbattimento sulla base del pignoramento del complesso immobiliare, in virtù dell'ipoteca sul mutuo fondiario contratto dalla società del gruppo Matarrese con una banca nazionale.

Intanto un'altra tranche giudiziaria, quella relativa al rimborso del prezzo pagato dagli acquirenti per gli appartamenti all'epoca in costruzione, sembra volgersi al peggio per le imprese edili. Infatti la Federconsumatori ha ottenuto per un suo associato l'ingiunzione di restituzione da parte della società che ha venduto l'appartamento ovviamente non più disponibile.
L'abbattimento ora prevede altre due fasi: la seconda esplosione avverrà il 23 aprile per demolire il modulo rimanente del primo palazzo e il secondo fabbricato, quello più vicino al mare. La terza esplosione, infine, avverrà il 24 aprile: l'esplosivo farà saltare l'edificio più lontano dal mare e parallelo alla costa, l'ultimo della lottizzazione.
 
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