ESPERTO ENEA, IN MURI OSPEDALE CEMENTO COME TALCO
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Argomento: Edilweb News


ROMA  - Cemento "fortemente annacquato", che sottoposto alla compressione determinata dalla scossa sismica non ha retto: così, parte dei muri dell'Ospedale San Salvatore dell'Aquila ha ceduto, come si trattasse di "borotalco"...

fonte Ansa


Reduce da un primo sopralluogo al nosocomio, inagibile dal giorno del terremoto che ha sconvolto l'Abruzzo, l'ingegnere Alessandro Martelli dell'Enea non ha dubbi: sono stati fatti errori progettuali e di costruzione inconcepibili. "Per un giudizio preciso - spiega Martelli, della squadra di esperti dell'Enea e della Protezione civile impegnata nei controlli delle strutture nelle zone colpite dal sisma - bisognerà eseguire un esame tecnico più dettagliato".

Ma già ad un primo sguardo, l'occhio dell'esperto ha colto segni inequivocabili che parlano di una struttura costruita in maniera "assurda": "Nelle parti esaminate dell'ospedale abbiamo constatato cedimenti e la presenza di pilastri implosi". Un primo elemento, dice l'ingegnere, "appare evidente: il cemento ed il calcestruzzo utilizzati erano molto annacquati. Questo ha portato ad una conseguenza: nella parte superiore dei muri si è concentrato del materiale fine senza i cosiddetti inerti, ovvero materiale solido duro e di spessore. Questo significa che nelle parti superiori dei muri si è avuta una resistenza alla compressione molto bassa, e ciò ha portato ad un cedimento come se i muri fossero appunto fatti di borotalco". E in attesa di esami più dettagliati, un altro dato è "lampante": "Nella struttura ci sono ferri verticali sostenuti da pochissime staffe, e le staffe presenti sono comunque di un diametro insufficiente a reggere i ferri".

Dunque, ipotizza l'esperto dell'Enea, "ciò che probabilmente é successo è che si è determinato un cedimento provocato da compressione: i ferri di sostegno si sono cioé in un certo senso 'aperti', appunto perché non confinati da staffe". Quanto basta, sia pure ad un primo e sommario esame, per far dire all'ingegnere che nel caso dell'ospedale aquilano si è di fronte al "fallimento dell'intera filiera: si è avuta - rileva - una cattiva progettazione, una cattiva costruzione ed una totale assenza di controlli. Altrimenti una struttura così non sarebbe stata in funzione".

L'ospedale, tuttavia, non è crollato totalmente: "Ci sono stati dei cedimenti parziali, ma non - precisa Martelli - un crollo della struttura". Ciò significa che, come sostengono alcuni, parti del nosocomio potranno essere recuperate? Martelli, al proposito, appare scettico: "Certo non abbiamo ancora esaminato l'intera struttura, ma se le modalità di costruzione sono state analoghe allora l'edificio non è sicuro. Io - aggiunge - non mi ci farei mai ricoverare". Una situazione di gravi mancanze, che ora starà alla magistratura accertare. Ma il dato preoccupante, commenta l'esperto, è che "non si tratta certamente di un caso unico: anni di cattiva gestione hanno sicuramente prodotto strutture simili anche in altre regioni. Da qui la necessità di intensificare i controlli".

Intanto, anche la Commissione parlamentare d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale, presieduta da Ignazio Marino (Pd), vuole fare chiarezza sull'ospedale che, costruito per reggere, ha invece ceduto: è stata avviata un'indagine e la richiesta della documentazione relativa al San Salvatore è stata inoltrata alla Regione Abruzzo. Prossimamente, un sopralluogo verrà effettuato all'Aquila. Se c'é qualcuno che ha sbagliato, è stato il monito di Marino annunciando l'indagine, "dovrà pagare".






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