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Genova - La rivoluzione della chiesa diventata ufficio
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Di Michela Bompani

Sembra un museo invece è un ufficio pubblico. Il nuovo, antichissimo, complesso di Santa Fede, ora è sede degli uffici territoriali della Circoscrizione Centro Est. Proprio di fronte a Porta dei Vacca, affacciata su via delle Fontane, c'è la chiesa di Santa Fede, sconsacrata nel 1926: diciotto anni di restauri e riqualificazione, due milioni e mezzo di euro, lunedì, alle 11, sarà ufficialmente inaugurato il complesso progettato dagli architetti Sergio Massarente e Sergio Zampichelli (Pierluigi Pescio direttore dei lavori, Gianfranco Visconti progettazione strutture, Sandro Morandi progettazione impianti).

Fonte: La Repubblica



Di Michela Bompani

Sembra un museo invece è un ufficio pubblico. Il nuovo, antichissimo, complesso di Santa Fede, ora è sede degli uffici territoriali della Circoscrizione Centro Est. Proprio di fronte a Porta dei Vacca, affacciata su via delle Fontane, c'è la chiesa di Santa Fede, sconsacrata nel 1926: diciotto anni di restauri e riqualificazione, due milioni e mezzo di euro, lunedì, alle 11, sarà ufficialmente inaugurato il complesso progettato dagli architetti Sergio Massarente e Sergio Zampichelli (Pierluigi Pescio direttore dei lavori, Gianfranco Visconti progettazione strutture, Sandro Morandi progettazione impianti).

La storia di questo luogo suggestivo, dove il tempo ha intrecciato corpi di diversi edifici come edera attorno al nucleo antico, comincia nel IV secolo, con l'antica cappella paleocristiana di Santa Fede. Nel 1100 si ha documentazione della chiesa vera e propria. Si trovava fuori le mura, la Porta occidentale di Genova proprio di fronte. Dipendeva dalla Commenda di San Giovanni di Prè: Santa Fede gonfiava le absidi verso Oriente, come tradizione. Proprio quelle scoperte dagli scavi archeologici, paralleli all'operazione di recupero: la Soprintendenza archeologica ha trovato due bacini absidali, il maggiore ed uno laterale. E l'architetto Massarente non ci ha pensato due volte: ha pavimentato i ritrovamenti con cemento trasparente, negli uffici demografici più preziosi di Genova si cammina sulla storia, con consapevolezza.

Quando, nel 1992, Massarente ha cominciato a progettare il recupero dell'edificio ci voleva davvero molto coraggio: perché la chiesa non era più visibile, all'esterno coperta di superfetazioni edilizie, in cui erano state ricavate abitazioni. All'interno, altre costruzioni, a suddividere le navate e ricavarne locali commerciali. Ultimo inquilino, il vinaio Tosanotti: tini enormi accatastati ovunque, qui un capitello secentesco, là un concio medievale. «Santa Fede è il primo esempio di diradamento mirato nel centro storico - spiega Masserente - e il risultato è sotto gli occhi di tutti». Abbattuti edifici fatiscenti, proprio di fronte a Porta dei Vacca, è nata una nuova piazza: piazza Santa Fede, all'innesto di via Prè. Qui è tornata a mostrarsi la facciata dell'antica chiesa, a tre navate. Demolizioni notturne, a piccone, rischiose, con il fiato sospeso: «Temevamo ad ogni colpo che la struttura antica potesse cedere, così abbiamo utlizzato solo talvolta le macchine», confessa l'architetto. Che ha scavato e ripulito anche la pancia della chiesa, riportando alla luce pure il prezioso chiostrino, prima invaso da abitazioni, oggi incastonato tra gli uffici della Circoscrizione e i palazzi dell'Università.

Nato dal piano di recupero del centro storico, coordinato da Caterina Ciffatte, l'intervento su Santa Fede è davvero rivoluzionario. All'interno, ardesia, intonaco e ferro leggerissimo concedono una lettura nitida e profonda della storia racchiusa in questo straordinario edificio. Un ascensore che non si vede e un vano scale che s'attorciglia come un nautilus trasparente a seguire la crescita verticale della chiesa: solo queste, le 'aggiunte' moderne alla struttura originaria. Massarente ha usato il bisturi, con Santa Fede, rimuovendo una crosta fatiscente per ritrovare l'epidermide antica: così il pubblico può accarezzarla, netta. Un sistema di finestre-inquadrature che regalano ai visitatori fotografie, perfettamente a fuoco, di Porta dei Vacca e dei tetti. Un fornice-vetrina, su via delle Fontane, che cattura lo sguardo di chi passa e lo calamita nella pancia dell'ex chiesa. Consolidato e completamente restaurato anche l'antico campanile.

All'interno sono già al lavoro, l'ufficio decentrato dell'anagrafe - era in piazza dei Greci - l'ufficio permessi, quello occupazione e rottura suolo pubblico, e diversi uffici tecnici e amministrativi della divisione territoriale I Centro Est.
 
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