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Teoria e critica dell' Architettura
 Spazialità nuove e direzionalità liberate


 


 “… la strada corre rettilinea…… E' lunga circa tremilacinquecento passi e fiancheggiata da alti edifizi, per lo più sfarzosi. La sua larghezza non è proporzionata alla lunghezza, nè all'altezza delle case ……l'obelisco di piazza del Popolo è il confine inferiore, palazzo Venezia il confine superiore.”
 Descrizione della rettilinea e frontale fuga prospettica di una via romana nella “misurata” e “confinata” visione di Goethe, in “Viaggio in Italia”.


 di Paola D'Arpino 6 - 12 - 2004



 




Tra le tante nuove proposte, progetti, realizzazioni, novità del panorama architettonico contemporaneo, la nostra attenzione è catturata da una nuova “spazialità” raggiunta da alcuni esempi. Nelle immagini proposte tentiamo di analizzare quelle che possiamo definire le postazioni sospese , grandi contenitori che privi dell'attacco a terra, sono appesi alle strutture di piani superiori. Gli esempi scelti sono il Ponte e centro di controllo Autorute 14 Nanterre Hauts-de-Seine (France) di Odile Decq e Benoît Cornette, e il nodo Stazione Tiburtina, nuova centralità urbana, progetto architettonico: ABDR architetti associati e Paolo Desideri. Nel progetto ABDR era forte l'esigenza di riconnessione dei quartieri Nomentano e Pietralata, divisi dagli elementi delle linee ferroviarie, in un contesto urbano dunque consolidato. Nel raccordo autostradale di Nanterre invece, oltre all'aspetto tecnico del raccordo, era necessario riqualificare un'area comunque fino ad allora inutilizzata. Primaria, per tutti e due i casi, la necessità di strutture flessibili adatte alle sollecitazioni dinamiche derivanti dalle vibrazioni prodotte da treni e autoveicoli.





Anche se con qualche differente sfumatura, ci troviamo in entrambe  le situazioni, di fronte a nuovi tipi di trasformazione metropolitana e di evoluzione dell'uso di spazi ancora inesplorati, temi già messi in evidenza, ormai già da diverso tempo, nelle attente e precorritrici analisi di Paolo Marzano (1), dove vengono descritte le nuove pratiche costruttive capaci di inoltrarsi in spazi insondati, inediti, inusuali; altre possibilità rivelate. Pratiche analoghe agli incidenti formali suppletivi di Boccioni. E' evidente, anche dalle immagini proposte, come questi luoghi, sono caratterizzati dal movimento, dagli spostamenti, dalla dinamicità, che è come liberata, sciolta e vitalizzata proprio da quelle postazioni aeree. Una spinta verso una maggiore apertura che può proiettarsi nei masterplan urbani, a scardinare quelle chiusure delle nostre città, che Virilio definisce claustropoli (2)





Liberato il movimento, le direzionalità si moltiplicano, non più percorsi obbligati ma tanti individuali tracciati possono esplicarsi rispondendo alle nostre preferenze di visioni, di prospettive, di colori. Anche in questo caso il concetto di superamento dell'omologazione che è sostituita da una  differenziazione puntuale delle scelte per ogni singolo individuo, tipica dell'era informatica (3), partecipa alla evoluzione della progettazione dello spazio architettonico.

  Queste postazioni, soprattutto nel caso di Nanterre, sono corpi generati in conformità con le strutture a cui sono appese, corpi estrusi da forme ottenute dall'adeguamento all'intradosso del viadotto, o alle strutture reticolari delle coperture nel caso della stazione Tiburtina. Geometrie complesse non concepite a priori, ma concatenate l'una all'altra e però autonome, nell'esplicazione di un linguaggio espressivo informato dai parametri del CAD.

  Dalle superfici trasparenti, le postazioni sembrano “guardare” dall'alto i flussi che corrono in basso, diventando soggetti dislocati e galleggianti. Due livelli diversi che “vivono” a ritmi e velocità diversi, due mondi nello stesso ambiente, che possono interagire, possono essere osservati ed osservarsi da tante particolari prospettive. Questa coesistenza di leyers è quanto sembra voler ottenere anche Koolhaas agli ex Mercati Generali di Roma. (4)

 Le città a livelli erano già presenti nelle menti e nelle matite di geni dell'architettura come Le Corbusier o Sant'Elia, visioni utopiche di speranze future, di città in cerca di nuovi aspetti, assetti funzionali e fruibilità libere.














D’altronde l'architettura è sostanza di cose sperate (5) e ora ha materia e strumenti per nuove concretizzazioni . Gli spazi immaginati, sperati, desiderati (6) nelle fervide fantasie degli architetti, impressionano le pellicole dei disegni che si sviluppano nelle camere oscure degli schermi a cristalli liquidi dell’era digitale. Le nostre scelte hanno più ampi campi di variabilità per rispondere alle necessità. Nuove impressioni si sviluppano e si distendono in molteplici modi che mantengono una relazione tra le parti; una connessione di intenti che superando la Nuova Oggettività del Movimento Moderno tende ad una Nuova Soggettività. (7)


  Queste spazialità nuove, quasi conquistate con originali valutazioni di ancora insoliti equilibri, riescono ad insinuarsi in interstizi che fino ad ora non erano stati esplorati, valorizzati e sfruttati: Quelli che finora erano dei semplici spazi di risulta, ora possono trasformarsi in importanti luoghi di attività lavorative, modificando gli scenari usuali alla nostra intelligibilità.


  Cambia la percezione delle categorie spaziali, del sopra e del sotto, del basso e alto (8) dando luogo a nuovi punti di vista. Peccato che nei progetti pubblicati manchi sempre una visione dall'interno delle postazioni verso l'ambiente esterno, verso il basso. La prospettiva che se ne avrebbe sarebbe sicuramente molto simile a quelle inquadrature dislocanti che corrispondono allo sguardo dell'angelo protagonista de Il cielo sopra Berlino, il film di Wim Wenders che continua ad "entrare" nell'architettura contemporanea anche a distanza di anni.


 Il passeggero che arriva in una stazione come Termini a Roma, sceso dal treno, è costretto ad indirizzare il suo sguardo davanti a se, mentre automaticamente si dirige verso la galleria, attraversa l’ attuale caos di vetrine e negozi, e solo se è un osservatore un poco più attento e non avrà troppa fretta, potrà provare a salire un livello. Solo allora gli si aprirà davanti una nuova prospettiva aerea sulla miriade di vite che scorrono al di sotto e il suo sguardo potrà finalmente spaziare sulla piazza antistante verso cui tendono le fughe della pensilina curva di Nervi

  Diverso sarà lo scenario di chi arriverà alla nuova Tiburtina, e non solo perchè non si tratta di un terminale, è la concezione stessa ad essere diversa, qui non siamo di fronte a una prospettiva centrale con un piano di quadro principale, ma una composizione di tanti scorci, di tanti livelli, visuali e funzionali. Un “dialogo” tra varie fughe prospettiche che si intercettano, rapporti tra spazi, costituenti canali di relazione tra le persone e il grande sistema comunicativo città.

  Le Corbusier, nel Plan Voisin, affermando la necessità per le città di una maggiore razionalizzazione dei percorsi urbani e l'esigenza di creare funzionali, più corti e veloci assi stradali, aggiunge che gli uomini devono pianificare i loro insediamenti prevedendo strade dritte poichè “gli asini vanno a zig-zag”. Credo però che il grande Maestro non abbia osservato con molta attenzione il comportamento di quello che oggi, tra l'altro, è un animale in via di estinzione. Il simpatico, e iconograficamente “stupido”, quadrupede, solo quando è gravato di pesi, non suoi, e deve affrontare una salita, istintivamente sceglie di “tagliarla” a zig-zag, così da ottenere un percorso a pendenza meno ripida. Quando le sue spalle sono libere va solo dove l'erba è più verde.


   Note


 1 ) Paolo Marzano - Balzi necessari all'architettura dell'interazione e  Ibridazioni II capitolo  http://www.architettare.it/public/commento1/balzi%20necessari%20all%27architettura%20dell%27interazione.php


 2) Paul Virilio. Città panico. L'altrove comincia qui


 3) Antonino Saggio - Il ruolo dell'Informazione nella società contemporanea http://www.citicord.uniroma1.it/saggio/DIDATTICA/Cad/2004caad/LEZ/Lez2/2.html


 4) Paola D'Arpino – Nuvole 


 5) Edoardo Persico. Profezia dell'architettura. 1935  


6) Paolo Marzano - La città desiderata 


 7) Antonino Saggio. Nuove Soggettività 


 8) P. Eisenman – Oltre lo sguardo - articolo su Domus


 Immagini:


a) Ponte e centro di controllo Autorute 14 Nanterre Hauts-de-Seine (France) di Odile Decq e Benoît Cornette. Dal catalogo Bouge L¹Architecture! Villes et Mobilitàs di AA.VV. a cura di Francis Rambert, Institut pour la Ville en Mouvement PSA Peugeot Citroen, Actar Editore 2003


 b) Nodo Stazione Tiburtina, nuova centralità urbana, progetto architettonico: ABDR architetti associati e Paolo Desideri.


 c) Nodo Stazione Tiburtina, nuova centralità urbana, progetto architettonico: ABDR architetti associati e Paolo Desideri.


 d) Antonio Sant'Elia. Stazione per treni ed aerei. 1913


 e) Antonio Sant'Elia. Gradoni per Città nuova 1914


 f) Antonio Sant'Elia. Futurecity 1914

 
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