L’Ordine e la Fondazione degli Ingegneri al “III Pronto Intervento Expo”
di Catania
«Occorre una formazione permanente per “inventare” risposte nuove a
problemi
che non si sono ancora verificati»
CATANIA
– Gli ingegneri catanesi sottolineano
con vigore l’importanza della formazione continua in un settore dove le parole
chiave sono: previsione, prevenzione, intervento e ripristino. L’argomento del seminario che si è svolto ieri,
25 marzo, nell’ambito del “3° Pronto intervento expo” al centro fieristico Le
Ciminiere – “La formazione permanente
dell’ingegnere per una efficace risposta alle emergenze” organizzato dall’Ordine e dalla Fondazione degli ingegneri
della provincia di Catania – ha puntato l’attenzione sul fattore emergenza,
su come questo concetto si sia modificato nel tempo ampliando i suoi spazi da
esclusivamente ambientali a culturali, così come dell’importanza della figura
dell’ingegnere vista in una prospettiva bivalente di intervento pre e post
emergenza: programmare e risolvere.
Il
seminario ha visto la partecipazione dei presidenti dell’Ordine e della
Fondazione, rispettivamente, Carmelo
Maria Grasso e Santi Maria Cascone, dei relativi segretari Aldo Abate e Alfio Grassi, e del relatore dell’incontro Angelo Salemi, docente universitario e presidente del consiglio
Area didattica Ingegneria Edile – Architettura.
«E’
importante che università e professioni si ritrovino a colloquiare intorno a un
tavolo, non solo per garantire la sicurezza ma soprattutto per costruire e
prevenire – sottolinea Cascone – nei momenti d’emergenza la figura
dell’ingegnere è fondamentale perché addestrato a rispondere a tutte quelle
situazioni di crisi che possono verificarsi: la formazione dunque deve iniziare
durante la preparazione universitaria e poi proseguire durante lo svolgersi
della professione in modo consapevole».
Sul concetto
di emergenza strettamente legato al territorio è intervenuto Grasso: «La
mancanza di un piano regolatore fa sì che nella nostra città così come in altre
aree della provincia venga a mancare la regola della prevenzione, riuscire ad
avere un gruppo di tecnici formati che possa arginare la situazione in caso di
emergenza diventa nella nostra terra più importante che altrove».
Chiarisce i
punti cardine del seminario la relazione di Salemi: «Il concetto di emergenza
si è evoluto nel tempo e l’ingegnere nella sua attitudine ha imparato a seguirne
la linea che si è sviluppata e modificata. Se inizialmente il problema
emergenza rispondeva ai principi di sicurezza e stabilità oggi si è ampliato lo
spettro di azione in relazione al rapporto tra il manufatto e l’ambiente, sino
ad dover arginare problemi che sono nati con l’evoluzione dell’uomo, come ad
esempio quello atomico; facendo diventare degli argomenti che prima venivano
considerati di nicchia sempre più attuali. L’università – aggiunge Salemi – è sempre stata attenta nella
formazione anche in modo trasversale, ma il problema dell’emergenza è legato ad
una formazione continua di base e permanente proprio per la sua variabilità nel
tempo. L’università garantisce una metodologia d’intervento, la professione
deve proseguire a formare per “inventare” risposte nuove ad emergenze che non
si sono ancora verificate».
26 marzo
2011