IL
TRIBUNALE ETNEO LANCIA L’APPELLO AI CTU
SISTEMA
INGOLFATO: «MENO CARTE, PIU’ HI TECH PER PROCESSI VELOCI E SICURI»
CATANIA – Anche se dovremmo attendere ancora
un po’ per veder tramontare il “processo tradizionale”, s’intravede già l’alba
di una svolta “hi tech” per il Sistema Giustizia. E Catania non sta a guardare:
si chiama “Processo civile telematico” ai più noto come PCT, il nuovo
sistema di digitalizzazione che in Italia conta 14 sedi operative –in Sicilia
sono interessate le città di Palermo e Catania appunto – accomunate da un
traguardo: lo snellimento delle procedure.
Sicurezza, tutela e maggiore qualità del
servizio sono alla base del percorso intrapreso dal Tribunale etneo - e in
particolare dalla VI sezione civile Ufficio esecuzioni immobiliari e dalla IV
sezione Fallimentare - che lancia un appello alle categorie professionali
direttamente coinvolte. Appello palesato dagli stessi presidenti delle sezioni,
rispettivamente Adriana Puglisi e Angelo Giorlando, invitati ieri
– 30 novembre - al seminario “Gli strumenti del Processo civile telematico per
i professionisti Ctu”, promosso congiuntamente dagli Ordini provinciali
degli Ingegneri e degli Architetti, la cui ha sede ha ospitato una platea
gremiti di iscritti. «Ancora una volta ci impegniamo nell’interesse delle
categorie che rappresentiamo – ha esordito il presidente degli Architetti Luigi
Longhitano – insieme agli ingegneri già da tempo percorriamo la stessa
direzione, quella della valorizzazione e del miglioramento della professione. Su
questa scia l’anno prossimo realizzeremo il progetto “Camera della
mediazione” che ci vedrà impegnati in
prima linea al servizio della comunità». Sinergia sottolineata anche dal
presidente degli Ingegneri Carmelo Maria Grasso: «Da tempo manifestiamo con i fatti la nostra
apertura nei confronti delle Istituzioni con atti concreti a cui non sempre è
arrivato il riscontro sperato. Ad eccezione dell’incontro di oggi, che suggella
un’importante sinergia con il Tribunale, con interessanti prospettive per i
nostri professionisti».
Termini come “punto di accesso”, polisweb,
redattore atti, non sono altro che gli strumenti messi a disposizione dei
professionisti per semplificare e innalzare la qualità del proprio servizio:
«Dall’1 settembre di quest’anno – ha spiegato Adriana Puglisi - il Pct per noi è una realtà: nonostante il
comprensibile clima di diffidenza dovuto alla natura del mezzo telematico, sono
fiduciosa e confido nell’iniziativa di architetti e ingegneri. Ci siamo già
attivati per informatizzare tutto il 2009 e il 2010, ma ad oggi non si conta
neanche un Ctu dotato del punto di accesso e questo, nei fatti, ingolfa il
sistema, impedendo di godere dei vantaggi previsti. Trasparenza, praticità e
sicurezza in “click” dunque: come annunciato dallo stesso presidente Giorlando,
proprio da stamattina - 1 dicembre - anche la sezione Fallimentare avvierà la
fase di sperimentazione del sistema: «E’ l’unica speranza per parlare ancora di
giustizia – ha affermato – perché allo stato dei fatti le montagne di carte e
documentazioni rallentano il nostro lavoro. La digitalizzazione degli atti è
l’unico modo per velocizzare e rendere sicuri i processi: ma serve che ognuno
faccia la sua parte, per questo chiediamo ai professionisti di dotarsi degli
strumenti utili, in modo da creare un numero significativo di consulenti a cui
rivolgersi». La seconda parte del seminario – coordinato dall’arch. Giuseppe
Mazzeo e dall’ing. Alessandro Paternò Raddusa – è entrata nei dettagli, con l’intervento
dei rappresentanti di C.O. Gruppo, la società a cui il Ministero ha affidato il
project management e di Visura spa.
COS’È IL PCT
Il Processo civile telematico
non cambia le regole ma solo il mezzo: è il sistema del ministero della
Giustizia che digitalizza i flussi formativi e documentali tra utenti esterni
(ausiliari del giudice e avvocati) e Uffici giudiziari. Il cosiddetto “punto di
accesso” (PdA) consente di redigere e depositare gli atti attraverso l’uso di
un “redattore Atti”, di ricevere biglietti di cancelleria e notifiche, di
consultare i dati dei Registri di cancelleria presso gli uffici giudiziari. Il
professionista, via web, dal proprio studio potrà: creare e firmare digitalmente
e trasmettere gli atti a valore legale al Tribunale - attraverso una
connessione sicura - e ricevere un’attestazione temporale ufficiale del
deposito; ricevere notifiche dal Tribunale al proprio indirizzo di posta Pec
sul PdA; accedere in maniera completa a tutte le informazioni e agli atti
depositati relativi ai fascicoli delle procedure già accessibili.