I
RAPPRESENTANTI DI CATEGORIA: «FARE RETE PER RISULTATI CONCRETI»
Il presidente
etneo Longhitano:«Puntare su internazionalizzazione e sviluppo sostenibile»
TAORMINA
(ME) – “Ridisegnare” il ruolo dell’architetto, imprimendo carattere, fornendo
strumenti e riconoscendo meriti e competenze a una figura che può dare un
contributo concreto al progresso della società. Stamattina – 17 settembre - all’hotel
Imperiale di Taormina si sono dati appuntamento i rappresentanti della
categoria, a livello regionale e nazionale, per discutere e tracciare insieme i
contorni di una nuova “stagione” per la professione nel XXI secolo. L’occasione
è stata il convegno organizzato dalla Consulta regionale e dagli Ordini degli
Architetti di Catania e Messina, con il patrocinio del Comune di Taormina.
«Assistiamo
a un processo di trasformazione della nostra figura – ha esordito il presidente
della Consulta Rino La Mendola – poiché
siamo chiamati a svolgere più il ruolo di imprenditori che quello di
professionisti, visto che le dinamiche d’appalto pubblico, con la logica del
ribasso, lede la nostra dignità di professionisti. Facendo rete, potremo
realizzare una riforma della professione su più fronti, dalla normativa alla
formazione, passando per una pianificazione partecipata».
Sembra
quindi l’avvio di una ritrovata “Agorà degli Architetti” che si basi su una
rete attiva degli Ordini, per promuovere la qualità della progettazione italiana:
«La valorizzazione del ruolo dell’architetto nel XXI secolo passa
necessariamente attraverso una forte azione politica e di divulgazione – ha
spiegato il presidente dell’Ordine etneo Luigi
Longhitano - di cui gli ordini professionali devono farsi carico, per
creare le condizioni che garantiscano la qualità delle prestazioni, grazie alla
pratica del mestiere, la promozione di codici prestazionali delle singole
attività, l’innalzamento del livello partecipativo degli organi di rappresentanza
di categoria. La Sicilia deve dialogare con il Mediterraneo, perché ha tutte le
carte per meritare una “leadership” e creare una rete comune per l’intera area.
Senza trascurare una gestione consapevole delle risorse, in termini di
impatto ambientale: lo sviluppo sostenibile dovrà essere il nuovo
codice dell’architetto».
La
revisione dei percorsi formativi universitari è stato uno dei punti oggetto
dell’intervento del presidente dell’Ordine degli Architetti di Messina, Gaetano Montalto: «E’ necessario che
anche noi, attraverso gli ordini, le Consulte regionali e il Consiglio
Nazionale, anche grazie ai tavoli di confronto con le altre categorie,
presentiamo una proposta di legge che definisca univocamente chi può fare cosa
e che restituisca all’architetto gli ambiti che gli sono più confacenti. Per di
più - ha continuato - la proliferazione
di corsi di laurea di varia natura produce figure spesso non contemplate negli
ordinamenti e che con molta difficoltà trovano spazio nel mondo del lavoro».
Nel
corso dell’incontro – moderato dal giornalista Vincenzo Bonaventura – sono intervenuti i presidenti degli Ordini
nazionali invitati al meeting, tra questi Daniela
Volpi (Ordine di Milano) Amedeo
Schiattarella (Ordine di Roma) che ha sottolineato come questo sia forse «uno
dei periodi più bui che abbiamo attraversato. Il rintanamento degli ultimi anni
è stato tale da allontanarci dalla professione così come viene esercitata in
tutto il mondo. Il nostro obiettivo è riallinearci, e per farlo dobbiamo saper incidere
sul mondo della politica e dell’imprenditoria».
E
sul fronte della necessità di “internazionalizzare” la figura dell’architetto,
il presidente Volpi ha chiarito che «dobbiamo renderci più internazionali e
meno provinciali di quello che siamo. In un video sono state raccolte le
interviste di 18 architetti italiani e stranieri piuttosto noti, che hanno
portato la loro esperienza sul tema dell’architetto nel XXI secolo, dando in
tal modo un buon impulso al dibattito».
17
settembre 2010