"Il completamento dell'impianto di Pero, opera concepita nel lontano 1985, segna un successo importante per tutta la Provincia di Milano e per Ia.No.Mi – sottolinea il presidente della società Roberto Colombo –. Con questo intervento, che ci consegna un depuratore dotato di tecnologie d'avanguardia nella tutela ambientale, il milanese estende il servizio di depurazione delle acque reflue a tutti i territori urbanizzati". Nel suo assetto definitivo, il depuratore di Pero integra i processi tradizionali di grigliatura, dissabbiatura, sedimentazione primaria, sollevamento, defosfatazione chimica e filtrazione finale dei liquami. Saranno inoltre in funziona due linee parallele per il trattamento e la disidratazione dei fanghi prodotti. Un impianto di grandissime dimensioni, dunque, sito in via Leonardo da Vinci, nella zona industriale di Pero, la cui presenza è però celata da un bosco e da una collinatura che lo circondano. Oltre a questo, il depuratore è dotato di sistemi per minimizzare l'impatto sul territorio. Le sezioni di trattamento, ad esclusione della sedimentazione finale, sono coperte e abbinate a sistemi di captazione e deodorizzazione dell'aria. Sul fronte dell'inquinamento acustico, sono stati invece installati degli apparati insonorizzati per contenere i rumori sui confini dell'area. La storia di questa seconda linea, costata 33 milioni di euro e che porta a 100 milioni di euro il costo complessivo dell'impianto, nasce nel 1999 quando l'allora consorzio idrico approntò il progetto, che fu suddiviso in due stralci differenti: il primo dedicato al trattamento delle acque, il secondo al trattamento e alla disidratazione dei fanghi. I lavori, appaltati nel 2006, sono stati iniziati nei primi mesi del 2007. All'inaugurazione del 16 aprile ha partecipato Bruna Brembilla, Assessore Provinciale ad Ambiente e Verde, Risorse naturali e idraulica, Cave, Parco Sud, e Agricoltura ed Energia. "Nel luglio 2005 – ha ricordato – la Provincia di Milano presentò un piano d'ambito che fu approvato all'unanimità. Un risultato finale molto positivo specie se si considera che l'acqua è un tema molto dibattuto, più di altri, che appassiona gli amministratori locali, spesso portando a confronti forti. Per il futuro non posso che auspicare che si possa riorganizzare il servizio idrico dal momento che, ed è paradossale, il piano non comprende proprio la città di Milano". Due i principi seguiti dalla Provincia in questi anni: da un parte mantenere il carattere pubblico del servizio idrico integrato, con la nascita di società come Cap Holding e Amiacque e l'avvio del processo di unificazione delle patrimoniali pubbliche; dall'altra, un piano di interventi per aumentare la dotazione infrastrutturale, non tanto per quanto riguarda gli acquedotti, quanto piuttosto per la rete fognaria, più carente. "Con la giornata di oggi – ha sottolineato l'Assessora – inauguriamo un modello positivo, realizzato con le migliori tecnologie. Un investimento. Perché, va ricordato, gli interventi nell'ambiente non vanno considerati come spese ma proprio come investimenti a lungo termine". "Un risultato – ha aggiunto Giovanni Bordoni, Presidente di Confservizi Lombardia – che nasce dall'impegno da parte di diversi soggetti: dai pianificatori fino ai Comuni e alle aziende. Il pubblico può essere 'bello'. Dobbiamo abbandonare l'ideologia pubblico/privato in favore di scelte che portino a risposte efficaci, efficienti ed economiche per i cittadini, che devono essere sempre il centro di qualsiasi decisione politica".
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