Roma - Ara Pacis, è boom di visitatori. I giudizi dei romani: 'Monumento più leggibile'. 'Forte contrasto'. Ieri settemila ingressi.
Di Carlo Alberto Bucci
fonte: La repubblica
Il sindaco: 'Giusto che se ne parli, sacrosante le discussioni di estetica e di cultura' Lim: 'Architettura funzionale alla comprensione del capolavoro'
«Quando c'era la vecchia teca, quella di Morpurgo del 1938, ci portai un gruppo di turisti e fu una visita difficile per la cattiva illuminazione e il poco spazio che c'era per guardare i bassorilievi» racconta Antonella Avagnano, 42 anni, storica dell'arte, in fila ieri per entrare alle tre di pomeriggio all'Ara Pacis. «Ora, invece, la luce è concentrata sul monumento e ne permette la leggibilità. Inoltre, il rumore della strada rimane fuori». Bruna Zucchetti, 58 anni, un'altra delle visitatrici della prima ora, apprezza l'interno ma boccia senza riserve Meier: «L'impatto dell'edificio con la chiesa di San Rocco e con il mausoleo d'Augusto è terribile. Il contrasto tra antico e moderno è troppo forte».
Il sindaco: 'Giusto che se ne parli, sacrosante le discussioni di estetica e di cultura' Lim: 'Architettura funzionale alla comprensione del capolavoro'
«Quando c'era la vecchia teca, quella di Morpurgo del 1938, ci portai un gruppo di turisti e fu una visita difficile per la cattiva illuminazione e il poco spazio che c'era per guardare i bassorilievi» racconta Antonella Avagnano, 42 anni, storica dell'arte, in fila ieri per entrare alle tre di pomeriggio all'Ara Pacis. «Ora, invece, la luce è concentrata sul monumento e ne permette la leggibilità. Inoltre, il rumore della strada rimane fuori». Bruna Zucchetti, 58 anni, un'altra delle visitatrici della prima ora, apprezza l'interno ma boccia senza riserve Meier: «L'impatto dell'edificio con la chiesa di San Rocco e con il mausoleo d'Augusto è terribile. Il contrasto tra antico e moderno è troppo forte».
Nella prima ora d'apertura sono state 700 le persone che hanno varcato la soglia del nuovo Museo per tornare ad ammirare, dopo sette anni, i bassorilievi e l'architettura romani. Dalle 15 (ieri l'ingresso era gratuito) il flusso di romani e turisti stranieri è andato avanti fino a mezzanotte: tra stupore per la luce e critiche per l'impatto sulla città - e da oggi si replica, dalle 9 alle 19, al prezzo di 6,50 euro a biglietto (3 il ridotto e gratis per under 18 e over 65, chiuso il lunedì: www arapacis.it)?; d'altro canto, è stato lo stesso sindaco Walter Veltroni ieri mattina a dire: «È giusto che si discuta, le discussioni di estetica e di cultura sono sacrosante e nessuna opera contemporanea ne è esente. Ma è diverso se si entra in considerazioni di altre sfere ?»; allusione all'intenzione dello sfidante alle comunali, Gianni Alemanno (An), di trasferire, se eletto, il monumento in periferia perché ritiene il museo «uno scempio».
Entusiasta invece Giuseppe Filiaci, 52 anni, che lavora nel campo dell'acustica: «Meier ha raggiunto la stessa buona contestualizzazione che abbiamo notato ai Musei capitolini con il nuovo spazio per il Marco Aurelio. La sacralità e l'impatto emozionante con l'antico rimane intatto, nonostante la struttura moderna che lo contiene». Esce Giulia Sardo, 19 anni, studentessa di archeologia alla Sapienza: «Sono corsa per vedere l'Ara Pacis e mi emoziona pensare che sono una discendente di Augusto che ha fatto realizzare questo capolavoro. Il progetto di Meier va bene dal punto di vista funzionale perché esalta l'Ara. Dal punto di vista estetico, però, mi sembra che strida con la chiesa del Valadier e con l'archeologia della piazza».
Tra i primi ad entrare nel Museo delle polemiche, anche H.H. Lim, l'artista malese attivo a Roma: «Ho visto il museo di Meier a Barcellona e l'ho trovato più curato nei dettagli. Tuttavia anche qui l'architetto americano è riuscito a non annichilire il monumento antico che contiene. L'architettura di Meier è pratica, funzionale alla comprensione dell'Ara Pacis».