Di Mara Amorevoli
Una grande mostra sul maestro che cambiò il volto della città metropoli del Trecento europeo Lavorò a Duomo e Santa Croce, Palazzo Vecchio e nuova cerchia di mura Al museo dell'Opera ricostruita la sua facciata originale della cattedrale
fonte: La repubblica
Di Mara Amorevoli
Una grande mostra sul maestro che cambiò il volto della città metropoli del Trecento europeo Lavorò a Duomo e Santa Croce, Palazzo Vecchio e nuova cerchia di mura Al museo dell'Opera ricostruita la sua facciata originale della cattedrale
Arnolfo uomo del Rinascimento ante litteram. Genio costruttore, maestro e innovatore dall'umanità vivissima, scultore e pittore. E' lui il vero artefice di Firenze, «città che nel 1300 è faro del mondo, con 100 mila abitanti, 5 volte quelli di Roma, 2 volte quelli di Londra, gli stessi di Parigi e Milano» ripete il soprintendente del Polo museale Antonio Paolucci. E' l'epoca d'oro della Signoria, che batte il fiorino d'oro, attrae talenti e maestranze da tutta Europa, è punto di riferimento per ogni operazione finanziaria. E' nel 1296 che la Repubblica decide di costruire la cattedrale più alta e grandiosa che impegno e braccia umane possano realizzare, affidando l'incarico «al maestro più bravo e famoso di tutti», ad Arnolfo di Cambio. Così si legge nelle cronache del Villani. E questo conferma ancora oggi la mostra che lo celebra nel Museo dell'Opera del Duomo, nel VII centenario della sua morte.
Arnolfo uomo del suo tempo, inventore dell'immagine di Firenze e progettista del suo futuro: «Dell'Imago urbis con Santa Maria del Fiore, Santa Croce, Palazzo Vecchio, la cerchia delle mura che sarà riempita solo dopo 500 anni, con Firenze capitale -prosegue Paolucci- Sarà anche grandissimo scultore, dalle radici nel culto della romanità entra nell'epoca moderna». Tutto questo e altro ancora, nell'esposizione organizzata da Opera del Duomo, Ente cassa di Risparmio (costo: 2 milioni di euro, di cui 450 mila dell'Ente) con il Comitato nazionale presieduto da Timothy Verdon che da oggi al 21 aprile 2006 racconta l'avventura dell'architetto e scultore che contribuì a gettare le basi del Rinascimento. Un evento che riunisce oltre 100 opere in gran parte di Arnolfo e della sua bottega, conservate sia nel Museo dell'Opera (l'80 per cento) che arrivate dall'estero, per permettere la ricostruzione della facciata della cattedrale, capolavoro incompiuto dell'artista (morto ad un terzo dell'opera, intorno al 1302'1310) e fatto smantellare nel 1587 dal granduca Ferdinando I de' Medici.
Così l'architettura della facciata ricostruita in legno, ospita in mostra i resti dei mosaici luccicanti d'oro voluti da Arnolfo, alcune sculture del ciclo mariano che aveva progettato, l'unico documento esistente - un disegno di Bernardino Poccetti - realizzato al momento del suo abbattimento. Ecco la statua di Bonifacio VIII e «La Madonna dagli occhi di vetro», reperti riassemblati nell'allestimento curato dall'architetto Adolfo Natalini e Guicciardini & Magni architetti secondo gli studi critici della curatrice Enrica Neri Lusanna, simulacri restaurati dall'Opificio delle Pietre Dure e ricomposti secondo l'impianto originario. Ma è tutta la ricchezza di un secolo che si legge nell'esposizione, «evento di grande valore simbolico», come hanno sottolineato i presidenti dell'Opera del Duomo Anna Mitrano e dell'Ente Cassa Edoardo Speranza: un richiamo alla città di oggi per recuperare quella molla di energia innovatrice che vide Arnolfo autore del primo piano regolatore di Firenze e del suo contado. Catalogo Polistampa (60 euro), ingresso 10 euro, con sconti per i clienti della banca, pacchetti turistici, scuole e convenzioni Ataf.
Aperta tutti i giorni 9'19.30. Info 0552469600 www.arnolfodicambio.it